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Come un re taumaturgo Garibaldi fonda la sovranità nazionale italiana. Nessuno come lui ha interpretato questo atto originario dello Stato nazione mediante una leadership carismatica, che avrà molte repliche nella storia d'Italia. Il suo corpo ha messo in scena il martire per la causa e il capo virile, al cui tocco il suddito si trasforma in volontario della libertà, grazie a un'adesione "emotiva", che interessa gli uomini non meno delle donne. Attraverso un uso cosciente delle sue reliquie, Garibaldi moltiplica il suo corpo: gocce di sangue, ciocche di capelli, vestiti, frammenti della camicia rossa e ritratti fotografici. Oggetti ai quali egli dona un'aura di sacralità, per stringere rapporti di fedeltà con i seguaci, conferire preminenza sociale agli amici, nutrire una religione politica garibaldina, sostitutiva della religione tradizionale e costituita di riti e simboli, come il "funerale rosso", che sono arrivati fino a noi. Questo libro fa luce, infine, sul secolare mistero dell'imbalsamazione del corpo dell'eroe, svelando come sia stata opera degli stessi garibaldini. Che non ubbidirono al suo testamento. Garibaldi avrebbe voluto, infatti, essere arso su una pira di legni odorosi, per lasciare le sue ceneri ai molti sepolcri e monumenti che sarebbero stati eretti in suo onore, in tutt'Italia, fondati sulla sacralità della sua "presenza".